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Tra 5 anni online il 18% delle vendite di autovetture

Tra 5 anni online il 18% delle vendite di autovetture

I dati dello Iab Internet Motors: il 79% degli utenti utilizzerà Internet in un processo d’acquisto “ibrido”. Crescono gli investimenti in digital advertising: +9,4% nel 2018.

I concessionari di automobili non sono destinati a scomparire a causa della digital transformation; nei prossimi anni il loro ruolo rimarrà determinante per il processo di vendita. Sono però chiamati a cambiare, in termini di comportamenti e di competenze, per essere in grado di accompagnare i consumatori nelle loro abitudini di acquisto, che si stanno sensibilmente modificando proprio grazie al digitale. A dimostrarlo sono anche i numeri, dal momento che, secondo le previsioni di MotorK, presentate durante Iab Internet Motors 2017 in corso a Roma, nel 2022 il 18% delle automobili sarà venduto online, ma al di là di coloro che vorrebbero concludere esclusivamente via Internet il processo d’acquisto, il 79% degli utenti adotterà un approccio ibrido, utilizzando quindi sia il web sia la classica “visita” al concessionario.

Escluso totalmente dal digitale sarà soltanto il 3% dei consumatori. In linea con questo trend, anche il comparto degli investimenti pubblicitari si sta orientando a incontrare la domanda dei consumatori sui canali digitali, anche se per il momento rimane predominante la Tv tradizionale. Secondo gli ultimi dati Nielsen, infatti, illustrati da Alberto Dal Sasso, gli investimenti in digital advertising nel 2018 per il settore automotive sono destinati a crescere del 9,4%, a un ritmo più alto rispetto alla media del mercato digital, che si fermerà a un +7,9%. “L’automotive è il terzo settore in Italia per investimenti pubblicitari, in un mercato complessivo che che conta su otto miliardi di euro. Viene dopo gli alimentari e a ridosso del farmaceutico – spiega Dal Sasso – All’interno di questo comparto il 48% degli investimenti è sulla Tv, ma la quota digitale è di dieci punti superiore alla media, con oltre il 37%, distribuito nell’ordine in quattro settori principali: search, display, video, social”.

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